TRA I VERSI DI PESSOA



Luce e ombra, ansia d'infinito.

Un'occasione per parlarne. .. tra di noi.



Spiraglio

Nei miei momenti oscuri
In cui in me non c'è nessuno,
E tutto è nebbie e muri
Quanto la vita dà o tiene,

Se, un istante, alzando la fronte
Da ove in me atterrato,
Vedo il lontano orizzonte
Pieno di sole occiduo o sorto,

Rivivo, esisto, conosco;
E, ancora che sia illusione
L'esteriore in cui mi oblio,
Nulla più voglio e chiedo:
Gli consegno il cuore.
Fernando Pessoa



Nei momenti bui, quando non vogliamo più bene nemmeno a noi stessi e dentro ci sentiamo vuoti, senza speranze e sogni, il poeta ci invita ad alzare la fronte e guardare l'orizzonte per rinascere, anche solo per un'illusione.
Michele Po. 2f


In ogni momento difficile, quando la disperazione e la solitudine ci attanagliano, guardando avanti e puntando l'orizzonte si troverà "speranza",.. la speranza che tutto passi in fretta. Allora si è pronti "a consegnare il cuore", appena si vede uno spiraglio di luce.
È in quel momento che l'uomo dà tutto se stesso e quello che ha, per cercare di aggrapparsi a una realtà persa da tempo e che non è più sua.
Christian Vi. 2F


La solitudine totale che si prova, quando ci sembra di non essere amati e confortati da nessuno, nemmeno da noi stessi, naufragando in un immenso mare di vuoto, può dissolversi in uno spiraglio di luce, frammento di speranza, che ci fa sentire di nuovo vivi.
Greta Bu. 2F


Quando tutto è oscurità e sentiamo perfino di non essere più abitati da noi stessi, e nebbie calano su di noi,
impedendoci di vedere lontano e muri si presentano davanti a noi in continuazione...se, per un istante, alzando lo sguardo verso l'orizzonte lontano, dove il sole continua a sorgere e tramontare, si crea un'occasione di rinascita che la vita ci dà...non ci resta che consegnarle tutto il nostro cuore.
Roberto Ve. 2F






LIBERE ASSOCIAZIONI


 foto di Nikolas Malli
                              


Da alcuni versi di Fernando Pessoa sono derivate libere associazioni di pensieri, in  un colloquio sommesso, dove poesia e vita si specchiano in cerca di solidarietà nel vivere e nel sentire...
A. Panigoni

ODE

Per essere grande, sii intero: non esagerare
E non escludere niente di te.
Sii tutto in ogni cosa. Metti tanto quanto sei
Nel minimo che fai,
Come la luna in ogni lago tutta
Risplende, perché in alto vive.

F. Pessoa


Bellissimo aforisma!
Essere se stessi sempre nella vita, mettere qualcosa di proprio nelle azioni quotidiane, ma soprattutto non cambiare Mai.
Se sei persona di qualità, la tua qualità apparirà in ogni tuo pensiero, in ogni tua azione.
Viola Pri. 2F

Non bisogna escludere niente di noi,
essere se stessi, per essere qualcuno.
Lorenzo To. 2F

Vivere pienamente, mettendoci tutto anche nelle piccole azioni, andando oltre ogni cosa.
Simone Leo. 2F


Noi per essere grandi dobbiamo superare noi stessi, andare oltre ogni nostro limite, non dobbiamo escludere niente, perché ogni momento è importante e dobbiamo goderlo fino all’ultimo. Se la vita non è vissuta al massimo, è come sprecare tempo, anche le piccole cose bisogna renderle molto più importanti; tutto ha un senso nascosto o manifesto che tende a completarsi nella realtà.

Marco Ca. 2F

DEDICATO ALLA POESIA

 foto di Giulia Miglio
                             

"... dico addio
Ai miei versi che partono verso l'umanità ...
Questo è il destino dei versi.
Li ho scritti e devo mostrarli a tutti
Perché non posso fare il contrario
Come il fiore non può nascondere il colore,
Né il fiume nascondere che scorre,
Né l'albero nascondere che dà frutti...


Chi sa chi li leggerà? 
Chi sa in che mani andranno?....


Andate, andate da me!
Passa l'albero e resta disperso nella Natura.
Appassisce il fiore e la sua polvere dura per sempre...

Passo e resto, come l'universo."
F. Pessoa


Con questi versi vorrei rendere onore alla poesia che ci accompagna nella vita, senza la pretesa di rivelazioni straordinarie,
dando voce ai nostri silenzi e facendoci sentire meno soli.
Coglie nell'attimo l'essenza irripetibile dell'esistenza.
A.Panigoni




A PROPOSITO DI GRANDE ONDA


La grande onda, per me, è  la forza imponente della società che ci sommerge e ci controlla.
Mi sento come un pescatore, alla deriva, in attesa d'essere ingoiato dal sistema che domina le vite degli uomini. Io, misero pescatore, non posso far nulla contro l'impeto travolgente e distruttivo dell'onda, che è  pronta a spazzare via chiunque opponga resistenza.
Il monte Fuji, d'altra parte, è una presenza spettacolare, una rappresentazione simbolica di tutto ciò che amo in questa vita, una sorta di spiraglio di luce, in un mondo di oscurità.
Ecco allora che m'immedesimo  in un uomo che non può più  nulla contro una società,che deve solo accettare, altrimenti verrà schiacciato dalla sua imponenza, non potendo fare altro che soccombere all'inevitabile.
Lorenzo Sp. 3^F

 foto di Giulia Miglio
                           

Il messaggio principale che vuole comunicare Hokusai è  chiaramente un inno alla forza della Natura. Una forza, che l'uomo sfrutta in ogni momento, per ricavare energia, per produrre cibo, per costruire ed abitarla fino a soggiogarla e distruggerla.  Ma la Natura si ribella, le sorti si ribaltano e l'uomo diventa impotente, nella sua piccolezza.
La Natura,nella sua grandezza, rinasce nelle acque delle sorgenti, nei prati verdi, nel vento di primavera, tra i petali delicati di un fiore...la Natura continua a vivere, nonostante tutto.
Ma dietro alla manifestazione di possenza  della vita, colgo un angoscioso presagio.
Quelle onde, sempre in movimento, che possono arrestarsi di colpo e poi ripartire fino a ribaltare e sommergere  tutto quello che incontrano, mi fanno percepire l'incertezza dell'esistere. Sullo sfondo quel monte che non batte ciglio, rimane impassibile di fronte alla sorte dei poveri marinai, che ignorano il senso del loro vagare.
Gianluca Ma. 3^F

RITROVARSI IN UN DIPINTO


"La grande onda" di Hokusai
             

Un'onda immensa, sorprendente, minacciosa domina la scena, pronta a travolgere tre barche in balia dei flutti, quasi ignare del pericolo imminente.

Sullo sfondo il monte Fuji, dalla cima innevata, che si confonde con la schiuma del mare ruggente.

Oltre al blu, alle spalle del monte,
un cielo colorato di scuro,
la notte lascia il posto al giorno,
nel chiarore dell'alba,
attraverso una nuvola, che biancheggia.


Mi sento in sintonia con" La grande onda",perché,come una barca, affronto onde cariche di positività o negatività della vita. Vado avanti e, anche se vengo rigettata a riva, cerco comunque di remare sempre più  intensamente, recuperare i tratti di mare che avevo conquistato.
Vengo scagliata contro gli scogli e capita che venga ferita, danneggiata oppure anche distrutta, ma non mollo, mi riparo, mi ricostruisco più forte e migliore di prima, cercando di imparare dalle disavventure.
Vengo travolta di nuovo, ma da onde benefiche, abbondanti di pesci che si raccolgono nella mia rete; onde che mi rinfrescano e mi lavano, che mi aprono gli occhi; onde che si lasciano attraversare per farmi approdare alla luce dell'alba.
Là dove sorge il sole della rinascita di un mondo nuovo, il luogo che, come esploratore, cerco di raggiungere.
Rachele Leo. 3^F

PER TORNARE ALLA LINEA D' OMBRA

W. Turner
                                               


" Il mondo dei vivi, quale è, non è certo privo di meraviglie e misteri...che influenzano le nostre emozioni e la nostra intelligenza in modi così inspiegabili da giustificare quasi il concetto della vita come di una condizione incantata."
Così Joseph Conrad inizia a raccontare la sua avventura nel mare della vita, dove la ricerca di sé  e del significato dell'esistenza si perdono e si ritrovano nelle albe e nei tramonti infiniti .

prof.ssa Angela Panigoni



Tra le pagine del romanzo respiriamo un senso di libertà dove la nave e il mare sono uno stile di vita, diventano il motivo di vita.
"Scoprii quanto fossi marinaio, un uomo esclusivamente di navi e mare: il mare, il solo mondo che contasse  e le navi, la verifica di verilità, indole, coraggio e fedeltà - e amore"
Il protagonista al comando della sua nave ci conduce verso l'ignoto.
"Intorno alla nave era sorta l'oscurità... Neppure un suono. La mia nave avrebbe potuto essere un pianeta lanciato nel suo vertiginoso volo lungo l'orbita prefissata in uno spazio d'infinito silenzio."
Tra mare e cielo, durante la navigazione, la terra" si profilava  piatta, come se ritagliata da un foglio di carta nera, con l'aria di galleggiare sull'acqua leggera quanto un sughero."
Anche un libro può essere esperienza ed esplorazione...

Lorenzo To.

STORIA DI UN RAPPER



Vittorio Bos Andrei, in arte Cranio randagio, era un artista che si faceva definire "pseudo rapper paranoico".
Nato a Roma si trasferisce a Milano dove muore all'età di 22 anni per overdose, praticamente preannunciata dal testo di una sua canzone: "Chiedo un'iniezione che mi porti all'overdose". 
Lui  era devastato nell'animo, ma prima di morire realizzò una canzone "Petrolio" che racchiude la sua vita, la sua rabbia, il suo bisogno di fare musica, il suo talento nel farla, il suo non voler cambiare, sentendo allo stesso tempo la pressione di chi" ti fa sentire un fallito".
"E cantami il tuo nuovo pezzo, mi diceva mamma, mentre singhiozzava nella stanza, mi chiedeva di portarle il testo, che non mi capiva poverina,aveva testa altrove, affitto e la benzina." Vittorio, sommerso dalle sue domande esistenziali, tra le difficoltà quotidiane, si ritrova solo.
"Io che mi detesto perché ho perso anche le tracce di me stesso".S'intuisce la devastazione scaturita da un non riconoscersi più dentro i testi delle canzoni e dal sentirsi straniero tra la gente  "qui dove è tutto un detestare ciò che l'altro fa".
"Io volerò, volerò via come un gabbiano pure se il petrolio mi pesa sul dorso smorzando la scia, io volerò via, volerò via, perché nel cielo c'è molto di più che in questa terra sbranato da gru, che in questo oceano sempre meno blu". Questo è il ritornello della canzone che sottolinea il fatto che Vittorio vuole "Volare via", come dopo purtroppo accadrà, paragonando la terra scavata da gru, ai suoi sentimenti intaccati quotidianamente da ciò che lo circonda e vede il cielo come una meta dove tutti questi problemi non appaiono. L' oceano che si inquina rappresenta l'inquinamento dei suoi sentimenti, la figura del gabbiano rallentato dal petrolio fa capire che nonostante egli abbia  dei vincoli per rimanere a terra,  la voglia di farla finita con tutti i problemi che lo affliggono è superiore a qualsiasi ragione per rimanere. "Per quanto a pezzi ( l'anima) possa amare un giorno spirerà", per quanto possano  esistere momenti di gioia nella vita, sono talmente brevi, che la voglia di spirare avrà il sopravvento.
La canzone esprime, quindi, tutte le motivazioni che hanno spinto Vittorio a quella disastrosa scelta. Nel testo si trovano due  frasi molto significative "dammi un motivo per restare, per mollare l'ancora", "dammi un motivo per regnare, mica una corona" due motivi che non arrivarono mai, causando un' altra desolazione per l'artista.
La canzone si conclude con "Nessun -non ce la farai- vale quanto un-non mollare".
Matteo Tom.

LEGGENDO ACCIAIO

Leggendo Acciaio.....


La storia si svolge a Piombino e le vicende raccontate riguardano, in particolare, due giovani ragazze Anna e Francesca.

Piombino vive nell'ombra di un'enorme acciaieria, che è  fonte di lavoro per molte persone, tra cui alcuni ragazzi, personaggi del romanzo. L'acciaieria produce molto inquinamento, il fumo nero che esce dai forni contamina ogni giorno l'aria, rendendola irrespirabile.
La fabbrica contribuisce al degrado non solo ambientale, ma anche umano, la realtà lavorativa è dura: i ritmi degli orari di lavoro logoranti,  i ragazzi bruciano la loro gioventù dentro a quella fabbrica.
Anna e Francesca vivono in questo contesto un'esistenza non semplice, in continuo contrasto con i genitori .
Insieme, però, sanno che possono combattere ogni paura, legate come sorelle hanno un sogno: andare a visitare l'isola d'Elba, luogo fantastico che si vede in lontananza, ma qualcosa muta nel corso dei giorni e le due amiche tendono ad allontanarsi.
Giunte allo sfinimento, quando tutto sembra crollare, si ritrovano e finalmente possono raggiungere quel paradiso che le aspettava a braccia aperte.


Greta B. e Andrea Fo. 2^F

Tra le righe del romanzo:               

    "  Tu sei convinto che devi avere di più, di più ogni giorno che passa. Che questa è la logica delle cose. Invece capita che hai di meno, di meno, ogni giorno che passa."

     "La realtà esige. La realtà vince comunque, qualsiasi cosa fai o pensi."


Leggendo La solitudine dei numeri primi...


Alice e Mattia..... due adolescenti con un passato doloroso, che li condanna all'emarginazione e alla solitudine.

Quando s'incontrano, quella sera alla festa di Viola, entrambi si sentono molto vicini, ma al tempo stesso distanti come i numeri primi.
Entrambi cercano di portare  luce nelle loro esistenze, dominate da situazioni sbagliate e da sensi di colpa intramontabili.
Durante tutto il racconto la vita li metterà davanti a varie opportunità e sfide, ma i ricordi ritorneranno.
Mattia nella matematica, tra i numeri, cercherà qualche forma di certezza.
Alice  esprimerà il suo disagio nell'arte della fotografia.
Entrambi anime solitarie verso i loro destini.

Matteo Re.2^F

Una cosa sola

                                              Dipinto di Lara Tassini  Una volta eravamo soltanto due corpi vuoti che viaggiavano senza meta...